Questo blog è l'espressione di creatività innovativa nel campo della difesa ambientale
"il tutto si crea e il tutto si trasmuta….la trasformazione è solo un'eccezione"
Ogni atomo ponderabile è differenziato da un fluido tenue, che riempie tutto lo spazio meramente con un moto rotatorio , proprio come fa un vortice di acqua in un lago calmo. Una volta che questo fluido – ovvero l’etere – viene messo in movimento, esso diventa grossolana materia. Non appena il suo movimento viene arrestato la sostanza primaria ritorna al suo stato normale...
Nikola Tesla
mercoledì 6 settembre 2017
Grafene per depurazione acque
A cura di Gabriele Caliri
E’ il momento della svolta, del cambiamento, nuovi materiali si fanno largo tra le vecchie guardie, ed il grafene
senza dubbio mette a tacere gran parte delle osannate tecniche
applicative di risanamento delle acque, come l’osmosi inversa, che
rappresenta, o meglio, rappresentava uno dei migliori sistemi di
filtraggio. Dibattiti piuttosto accesi animano le aule delle più grandi
conferenze scientifiche internazionali, sul sospetto riguardante un
probabile stato di tossicità di tale struttura allotropica del carbonio,
promossa più che altro da una forma mentis scientifica, che mira allo
slogan “prevenire è meglio che curare” e di certo l’eventuale idea di
scoprire a lunga corsa che il grafene sia un parente alla lontana dell’amianto, terrorizza i vertici.
Tutto ciò al momento rimane solo un’ipotesi, abrogata
costantemente dai diversi rapporti di ricerca, che confutano in prima
battuta le diverse accuse che possono colpevolizzarne le sue
applicazioni. Si pensa che tale materiale possa rappresentare una delle
migliori alternative alla costituzione di un upgrading relativo ad
impianti già esistenti in termini di depurazione delle acque di
approviggionamento, rivoluzionando radicalmente le fasi operative ed i
criteri di dimensionamento degli schemi tradizionali. Le applicazioni ad
oggi presenti sul mercato rientrano nella categoria dei con al comando l’idea del 18enne texano Perry Alagappan,
riguardante la realizzazione di un filtro al grafene, utile per la
depurazione dell’acqua in modo piuttosto semplice ed estremamente
economico, con un rendimento del 99% nella rimozione dei metalli pesanti.
L’enorme vantaggio che presenta tale dispositivo (oltre al potere
depurativo) è il fatto che, una volta purificata l’acqua, esso può
essere ripulito e riutilizzato con un concentrato di aceto. Quindi
semplicità nell’utilizzo, manutenzione a basso costo, potere d’acquisto pari a 20 dollari,
ed un ventaglio di applicazioni piuttosto ampio che va dal trattamento
di acque reflue di provenienza industriale, al filtraggio delle acque
contaminate da qualsiasi tipologia di olio non emulsionato.
Dal Texas all’Italia l’Italia ha sempre rappresentato una fastidiosa
spina nel fianco in tema di ricerca (e non solo) per i paesi oltre
oceano, e senza dubbio è stato schiacciante il contributo della Directa Plus,
azienda lombarda leader nell’ utilizzazione del grafene, che ha scelto
quest’ultimo come punta di diamante imprenditoriale per le sue
prodigiose capacità di assorbente. Nata nel 2005 è divenuta in poco
tempo primo produttore europeo e quarto a livello mondiale, ed i suoi
materiali “Graphene Plus” sono dei fiori all’occhiello
oltre che per la depurazione delle acque, anche per suoli e reflui
gassosi contaminati da inquinanti organici. Il primo frutto della loro
realtà produttiva è stato battezzato col nome di “Grafysorber”,
una tecnologia a forma di salsicciotto, inerte, idrofoba, infiammabile e
con una densità minore rispetto a quella dell’acqua, che si è
guadagnata il titolo di superassorbente, manifestando un potere di assorbimento cinque volte maggiore rispetto alle tecnologie tradizionali.
La prima applicazione fu testata in Romania, nelle acque di un lago situato all’interno di una raffineria dismessa, impiegando 5 g/m3
di prodotto utilizzato come materiale sciolto, con una resa di
abbattimento delle concentrazioni di idrocarburi al di sotto di 1 ppm,
affiancato da una notevole celerità del processo, concluso in soli 10
minuti di trattamento; alla fine del quale segue una fase di recupero
dell’idrocarburo, proiettato per un efficiente utilizzo, come supporto
integrativo dell’asfalto, per migliorarne le proprietà termiche e
meccaniche, sostenendolo nei periodi di volubilità invernali ed estivi.
Possiamo quindi asserire, che questo vantaggioso materiale rappresenti lo “Special Guest”
del nuovo millennio, ritenendo che il suo cachet non sia poi cosi
oneroso. Siamo lieti e onorati di accogliere sui red carpet dei festival
scientifici, l’auspicabile ascesa di sua maestà “Re-Grafene”.
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