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Questo blog è l'espressione di creatività innovativa nel campo della difesa ambientale

"il tutto si crea e il tutto si trasmuta….la trasformazione è solo un'eccezione"

Ogni atomo ponderabile è differenziato da un fluido tenue, che riempie tutto lo spazio meramente con un moto rotatorio , proprio come fa un vortice di acqua in un lago calmo. Una volta che questo fluido – ovvero l’etere – viene messo in movimento, esso diventa grossolana materia. Non appena il suo movimento viene arrestato la sostanza primaria ritorna al suo stato normale...

Nikola Tesla


martedì 30 ottobre 2018

Microplastiche: che cosa sono e come possiamo evitarle

  
Perché negli ultimi anni si parla tanto di inquinamento da microplastiche? In quali prodotti si trovano e quali pericoli comportano?

Che cosa sono le microplastiche?

Le microplastiche sono minuscoli frammenti di plastica, più piccoli di un chicco di riso, la cui dimensione va dai 330 micrometri ai 5 millimetri, contenuti tra gli altri, in diversi prodotti per la cura del corpo e che stanno inquinando in maniera irreparabile mari e  corsi d'acqua perché sfuggono ai sistemi di filtraggio degli impianti di trattamento delle acque.

Il problema dell'inquinamento da microplastiche è divenuto talmente diffuso, da riuscire a contaminare persino il 90% del sale da cucina che consumiamo. Un recente studio condotto da Greenpeace in collaborazione con l'Università di Incheon in Corea del Sud che ha preso in esame 39 campioni di sale marino, di miniera e di lago, ha rivelato infatti che almeno 36 campioni, quindi il 90% circa, risultavano contaminati di microplastiche di Polietilene, Polipropilene e Polietilene Tereftalato (PET).
 
sale
 
Queste particelle sono ormai entrate nella nostra catena alimentare, a dimostrarlo è un'altra recente ricerca che ha analizzato le feci di persone provenienti da Europa, Giappone e Russia e tutte quante risultavano contaminate da circa nove tipi di plastica, con frammenti di dimensioni variabili, da 50 a 500 micrometri. Anche in questo caso i materiali più comuni erano il polipropilene e polietilene tetraftalato. In base a questo studio i ricercatori affermano che il 50% della popolazione mondiale potrebbe avere microplastiche nell'intestino.

E' evidente che il sistema di produzione e imballaggio di molti prodotti che usiamo ogni giorno sia diventato deleterio per l'ambiente in cui viviamo e che sia nostro compito come consumatori quello di attuare comportamenti rispettosi e consapevoli premiando, quando facciamo la spesa, le aziende più virtuose.

Dove si trovano le microplastiche?

Le microplastiche sono ingredienti diffusi in moltissimi prodotti cosmetici di uso quotidiano come dentifrici, esfolianti, trucchi.
 
spazzolino

1. Dentifrici: da ormai diversi anni sono stati introdotti nel mercato molti dentifrici che contengono "microgranuli" che grazie all'effetto esfoliante che sentiamo quando spazzoliamo i nostri denti, ci fanno sentire più freschi e puliti. Peccato però che queste microsfere siano spesso minuscoli pezzetti di plastica che sfuggendo ai filtri, finiscono nei nostri mari, risultando letali per le creature marine. Inoltre, se accidentalmente ingeriti, potrebbero comunque avere effetti negativi anche sulla nostra salute.

2. Prodotti esfolianti per viso e corpo.

Un'altra grande fonte di inquinamento sono gli scrub per viso e corpo, in quanto anch'essi spesso contengono grandi quantità di microgranuli fortemente inquinanti. Con uno studio condotto all'interno della Commissione Ambiente del Parlamento inglese nel 2016, si è calcolato che con una singola doccia possiamo sversare nel mare circa 100mila particelle e che solo nel Regno Unito vengono utilizzate circa 680 tonnellate di microplastiche all'anno.

Esistono già molti prodotti alternativi che ci permettono di prenderci cura del nostro corpo in modo rispettoso per l'ambiente e che utilizzano, al posto delle microplastiche, ingredienti naturali ed ecosostenibili come semi di kiwi, sali marini, noccioli di pesca e albicocca macinati.

3. Prodotti per il Makeup

Purtroppo molti cosmetici tradizionali (mascara, fondotinta, blush, rossetti, eyeliner..) potrebbero contenere plastica, spesso polietilene, polipropilene, o polietilene tetraftalato del quale ad esempio sono fatti i glitter, che non sono altro che pezzetti di plastica luccicante.

 glitters

Quindi, ogni volta che ci laviamo i denti, facciamo la doccia o ci (s)trucchiamo potremmo mettere in circolo migliaia di pezzetti di plastica che poi andranno a sporcare e contaminare mari, laghi e fiumi. Queste particelle inoltre, non costituiscono solo un problema per l'ambiente, ma il loro utilizzo potrebbe danneggiare la nostra salute causando, fra le altre cose, allergie, problemi respiratori, disordini di carattere endocrino.

Come evitare dunque l'uso delle microplastiche?

Fortunatamente, esistono già molte alternative ecologiche che ci consentono di preservare il nostro benessere fisico, rispettare il nostro pianeta e premiare aziende etiche.

Quando scegliamo un dentifricio e altri prodotti per il make-up e la cura del corpo, facciamo prima di tutto attenzione all'etichetta, verificando che non contengano questi ingredienti:

1. Polietilene (Polyethylene)

2. Polipropilene (Polypropylene)

3. Polietilene Tereftalato (Polyethylene Terephtalate)
 
La scelta di prodotti cosmetici ecobio è sicuramente il modo più giusto e semplice che ci permette di coniugare salute e rispetto per la natura.

Le microplastiche derivano anche dalla scomposizione di manufatti di plastica più grandi, quindi come cittadini consapevoli è nostro dovere mettere in atto comportamenti responsabili che privilegino imballi naturali o riciclabili e favoriscano la raccolta differenziata di tutti i materiali, evitando in questo modo la contaminazione dell'ambiente in cui viviamo.


Fonti:
https://pubs.acs.org/doi/10.1021/acs.est.8b04180
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0025326X17307518
https://publications.parliament.uk/pa/cm201617/cmselect/cmenvaud/179/17902.htm?utm_source=179&utm_medium=fullbullet&utm_campaign=modulereports
https://www.theguardian.com/environment/2018/oct/22/microplastics-found-in-human-stools-for-the-first-time

venerdì 26 ottobre 2018

La disinfezione, quanta confusione


La pubblicità ci bombarda costantemente con la necessità di disinfettare  le nostre case. Ascoltando radio e TV sembrerebbe che le abitazioni siano costantemente sotto assedio e noi in pericolo di vita. Sebbene questa sia una dura verità (noi viviamo costantemente a contatto con milioni di virus e batteri) non vuole dire che dobbiamo per forza vivere sotto una campana di vetro.
E' bena sapere che per la normativa italiana si possono fregiare del titolo di disinfettanti solo quei prodotti che hanno ricevuto una specifica autorizzazione dal Ministero della Sanità. Sulle confezioni di questi prodotti troviamo scritto
PRESIDIO MEDICO CHIRURGICO, REGISTRAZIONE MINISTERO SANITA’ N. XXXXX.
Se non è presente questa frase non è possibile utilizzare la dicitura disinfettante. A nulla servono nomignoli come igienizzante o sanificante che nulla hanno da spartire con la disinfezione. Un secchio d’acqua versato su una deiezione canina svolge un effetto sanificante in quanto, asportando parte dello sporco, migliora le caratteristiche igieniche, ciò non vuole dire che sopra ci possiamo apparecchiare la tavola.
La presenza batterica comunque è efficacemente contrastata dai nostri anticorpi che ci difendono dagli attacchi, a patto che:
- il numero di batteri non sia esageratamente elevato. Vivere in un ambiente sporco aumenta il rischio di contagio quindi è necessario mantenere una buona pulizia. Questo perché lo sporco è un ottimo cibo per germi e batteri quindi più sporco più cibo e maggiore carica batterica. Per contro una buona pulizia mantiene la carica batterica a livelli più che accettabili e non pericolosi.
- il nostro organismo sia in buona salute. Abbiamo detto che gli anticorpi ci difendono bene dagli attacchi esterni a patto che non siamo in quel momento debilitati. L’età poi è molto importante, bambini sotto i 3 anni ed anziani sono certamente più deboli e più facilmente vulnerabili.
Nelle nostre case, salvo casi particolari, è di solito sufficiente mantenere una pulizia adeguata senza bisogno di utilizzare disinfettanti chimici tra l’altro piuttosto inquinanti e non sempre del tutto innocui.
Evitiamo poi l’uso di candeggina assolutamente inutile per pulire, molto inquinante e con poteri disinfettanti non sempre certi.
Molti siti in rete consigliano disinfettanti naturali a base di olio essenziali, aceto, limone, acqua ossigenata, bicarbonato ecc.
Ripeto fino alla nausea che in casa salvo casi particolari non serve disinfettare, ma è sufficiente mantenere una buona pulizia. Comunque ammettiamo pure che sia necessario intervenire con un disinfettante, possono questi rimedi naturali metterci al sicuro?
A mio avviso no.
Prima di proseguire ricordiamo che nella disinfezione vengo uccisi almeno il 99% di germi e batteri nonchè qualsiasi forma di vita.
Per poter sterminare questi esseri viventi è necessario prima di tutto ridurli allo stremo delle forze togliendo loro il cibo quindi eliminando a fondo lo sporco, loro principale fonte di nutrimento.
Quindi sulla superficie pulita, risciacquata ed asciugata si utilizzano i disinfettanti.
La disinfezione è un’operazione importante che va eseguita con tecnica e capacità se si vogliono raggiungere buoni risultati.
Una disinfezione efficace è influenzata da:
- perfetta pulizia
- prodotto utilizzato
- dosaggio
- tempo di contatto
- temperatura
- pH
- risciacquo
Analizziamo ora i punti uno per uno.

PERFETTA PULIZIA
Utilizziamo un detergente appropriato e seconda del tipo di sporco che dobbiamo rimuovere. Ricordiamoci di risciacquare a fondo ed asciugare la superficie. Non possiamo disinfettare lo sporco dobbiamo prima eliminarlo a fondo.

PRODOTTO UTILIZZATO
Leggo in rete molte ricette di disinfettanti fatti in casa a base di aceto, olio essenziali, acqua ossigenata, ecc. A mio avviso possono andare bene tutti se voglio dare un “colpo” al water o al ripiano della cucina. Certo non mi fiderei a disinfettare veramente strumenti o superfici sensibili. Prendiamo ad esempio l’aceto indicato spesso come ottimo disinfettante. L’aceto in realtà non è in grado di uccidere veramente germi e batteri ma piuttosto ne impedisce la moltiplicazione. L’aceto infatti viene anche utilizzato come conservante proprio per questa sua caratteristica. Germi e batteri non vivono volentieri in ambienti acidi. Anche il nostro organismo usa il PH acido per difenderci. Il PH della pelle e delle mucose intime ad esempio è leggermente acido proprio per ostacolare la proliferazione batterica.
Esiste poi il problema legato l’assuefazione dei micro organismi ai disinfettanti con la conseguenza di creare ceppi batterici resistenti. Questo problema è ben noto in medicina con il moltiplicarsi dei super batteri resistenti agli antibiotici ma la stessa cosa succede anche nel campo delle pulizie. Negli ospedali ci sono tabelle specifiche per alternare gli interventi di disinfezione cambiando ogni 3 mesi il principio attivo utilizzato. Si è provato infatti che in tale periodo germi e batteri non sviluppano assuefazione ai prodotti usati. Utilizzare quindi per anni lo stesso prodotto disinfettante potrebbe causare seri problemi.

DOSAGGIO
Nei prodotti disinfettanti fatti in casa si dà generalmente poca importanza al dosaggio. Utilizzare un disinfettante che non è in grado di uccidere germi e batteri può nel tempo provocare assuefazione.


TEMPO DI CONTATTO
Nelle ricette fai da te non ho mai letto istruzioni sul tempo di contatto. Qualsiasi disinfettante (a parte alcuni rari esempi) non agisce immediatamente ma ha bisogno di tempo. Normalmente si parla di 10 minuti a temperatura ambiente (20/25 gradi).

TEMPERATURA
La temperatura può influenzare il tempo di contatto. Alzando la temperatura si può teoricamente abbassare il tempo di contatto. Attenzione però, non tutti i prodotti possono essere utilizzati a temperature elevate.

pH
Il pH è un punto dolente delle disinfezione. Molti prodotti disinfettanti specie se a base di sali d’ammonio quaternari agisco solo in uno stretto spicchio di pH che va da 6 a 8. É quindi necessario dopo l’utilizzo di un qualsiasi detergente risciacquare molto bene prima di passare alla fase di disinfezione. Addirittura in alcuni rari casi è anche necessario neutralizzare.

RISCIACQUO
Dopo avere disinfettato è necessario risciacquare oppure no? Prima di rispondere a questa domanda è doveroso porsi un’altra domanda. Dopo la disinfezione cosa succede? Con tale pratica abbiamo eliminato il 99% di tutti gli esseri viventi sulle superfici. Ma questi tentano ben presto di  riprendersi il terreno perduto. Il ritorno dello sporco e quindi del cibo, naturalmente li aiutano nello scopo. Il disinfettante quindi oltre che ad una azione immediata espleta anche un effetto barriera contro la proliferazione batterica chiamato effetto batteriostatico. Questa caratteristica non mira all’uccisione dei micro organismi ma ne impedisce la riproduzione. Se risciacquiamo le superfici perdiamo questa importante peculiarità del disinfettante. Attenzione però, se l’oggetto del nostro intervento è una affettatrice, un frullatore un coltello o qualsiasi cosa vada a contatto con alimenti, è assolutamente necessario risciacquarlo prima dell’utilizzo (come impone anche la normativa).

Come avrete notato disinfettare è una tecnica piuttosto importante e complessa che deve essere posta in atto solo se assolutamente necessaria. In caso contrario è inutile, dispendiosa e inquinante. Ricordiamoci sempre che nella disinfezione uccidiamo degli esseri viventi e per fare ciò dobbiamo utilizzare dei “veleni”. Ma anche noi siamo esseri viventi e quei veleni possono nuocere anche a noi. I disinfettanti ambientali in commercio sono quasi tutti a base di sali d’ammonio quaternari (ALCHILDIMETILBENZILAMMONIO CLORURO) altamente tossici ed inquinanti.
Quindi meno ne usiamo e meglio è per tutti.
In casa poi, salvo casi particolari, del tutto inutili.
Ma se le vostra scrupolosa coscienza nonché maniacale voglia di disinfettare ogni cosa ve lo impone, usate pure aceto, limone e quant’altro ma evitate gli oli essenziali non proprio del tutto innocui.