A Shanghai si vive immersi nella nebbia, ma non per normali fenomeni atmosferici: l’aria è irrespirabile e i livelli di guardia per lo smog sono sforati quasi regolarmente. Pensando a questo potremmo credere che i risultati ottenuti da Haidong Kan, docente di Scienze ambientali alla Fudan University di Shanghai, non ci riguardino granché: su Circulation l’esperto ha spiegato come cambiano (in peggio) innumerevoli parametri metabolici a seguito dell’esposizione dei suoi concittadini all’inquinamento fuori e dentro le abitazioni, dimostrando che i filtri antiparticolato possono ridurre le alterazioni e forse proteggere un poco dai danni da smog. Kan ammette che la situazione di Shanghai è disperata (c’è chi parla di “airpocalypse” per questa e altre città cinesi, alle prese con una qualità dell’aria più che pessima) e che i dati raccolti su un gruppo di studenti volontari potrebbero non essere uguali altrove, ma l’accuratezza dei test su sangue e urine dei partecipanti impone una riflessione. Si tratta infatti del primo studio in cui si è andati a verificare gli effetti dello smog utilizzando la metabolomica, facendo cioè complessi esami sui livelli di infiammazione e stress ossidativo ma soprattutto su decine di sostanze coinvolte nel metabolismo, dal glucosio agli aminoacidi, dai grassi agli ormoni. Una mole enorme di dati, che sono stati correlati al grado di inquinamento a cui era stato esposto ciascuno e che dimostrano chiaramente come al crescere dello smog aumentino per esempio i livelli di ormoni dello stress e infiammazione, ma anche l’insulino-resistenza e la pressione arteriosa; ben 97 metaboliti si alterano e tutte le vie metaboliche di zuccheri, grassi e proteine subiscono contraccolpi. Un disastro che può essere almeno parzialmente arginato migliorando l’aria indoor, cioè quella dentro casa (o ufficio).
Il 90% del tempo lo trascorriamo in casa
Considerando che passiamo al chiuso il 90 per cento del nostro tempo,
non c’è di che stare allegri; e se è vero che il problema è gravissimo
nei Paesi in via di sviluppo, dove l’inquinamento indoor è fra le prime
cause di morte, di sicuro non si può ignorare che respirare aria cattiva
in casa aumenta il rischio di malattie cardiovascolari, tumori,
malattie respiratorie. Il primo passo per “ripulire” l’aria domestica?
Fare attenzione a tutto quel che brucia, come spiega Mannucci:
«Caminetti, stufe a legna o a pellet, fornelli a gas se non c’è una
buona aerazione, barbecue: tutti producono sostanze volatili dannose e
andrebbero usati con parsimonia, arieggiando bene le stanze dopo e
tenendo aperte le finestre mentre si cucina. Anche gli incensi da
bruciare non sono una buona abitudine; da evitare il fumo di sigaretta,
che inquina l’aria anche se si fuma in terrazza perché le particelle si
attaccano ai vestiti e vengono trasportate dentro».
Prodotti per la pulizia
Cautela
anche con i prodotti per la pulizia: deodoranti e detergenti contengono
composti organici volatili cancerogeni (come la formaldeide rilasciata
pure da mobili di truciolato o con finiture di scarsa qualità). «Il
pulito non ha odore, i profumi sono “pericolosi”—. Per le pulizie bastano acqua e EcoNano Green semmai acido citrico e percarbonato.
Non esistono test per dosare i composti organici volatili in casa, ma
cambiando le abitudini possiamo migliorare tanto la qualità dell’aria
indoor: contro lo smog esterno tanti si rassegnano a non poter fare
niente, ma per ridurre l’inquinamento domestico le armi ci sono eccome».
Una, semplicissima, è aprire le finestre. Anche se abitiamo in una
strada trafficata: «Basta farlo al mattino presto o alla sera, quando ci
sono meno auto in giro, per cambiare e migliorare l’aria interna — dice
l’esperto —. Anche molte piante da appartamento possono aiutare,
assorbendo le particelle di smog: il verde “tampona” l’inquinamento
all’esterno e dentro casa, con effetti evidenti sul benessere. Infine,
meglio aumentare il ricambio d’aria evitando gli infissi sigillanti: gli
ambienti troppo “impermeabili” sono favorevoli dal punto di vista
energetico ma l’aria viziata può danneggiare chi vi abita fino alla
comparsa della sindrome da edificio malato. Bisogna trovare compromessi
adeguati, per esempio puntando di più sulle finestre a vasistas che
consentono di cambiare aria senza influire troppo sulla temperatura
interna».
Prodotti per la verniciatura dei muri
Cautela anche con i prodotti per la verniciatura: vernici tradizionali deodoranti e detergenti contengono composti organici volatili cancerogeni (come la formaldeide rilasciata pure da mobili di truciolato o con finiture di scarsa qualità). Meglio scegliere vernici in classe A+ che ti garantiscono sulla bassissima tossicità.Da alcuni anni trovate in commercio EcoThermo Paint Air che è in grado di decontaminare l'aria con la tecnologia della Ionizzazione passiva, ovvero ottenuta con cristalli di Tormalina inseriti nella vernice. Oltre alle caratteristiche termiche che aiutano ad equalizzare i ponti termici ed evitare la formazione di muffe dovute a presenza di umidità in corrispondenza proprio dei ponti termici.
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